L’inaspettata separazione dalla leggenda rossonera è stata la causa primaria dell’addio di uno dei pupilli di Stefano Pioli.
Per capire cosa sia effettivamente successo, cosa abbia spinto un calciatore sempre stimato da Stefano Pioli – al di là del suo impiego o meno come titolare fisso – a voler andare via dal Milan, bisogna fare un passo indietro. Non troppo lontano nel tempo, anche se dall’accadimento che ora riportiamo in superficie sono successe tante di quelle cose che sembra passata un’era geologica.
Dopo l’ultimo incontro di campionato della scorsa stagione, quello che vide il Milan battere il Verona a San Siro nel giorno dell’addio al calcio di Zlatan Ibrahimovic, il mondo rossonero è stato scosso dalla notizia ufficiale, diffusa il giorno dopo il match, della separazione da Paolo Maldini. Il Direttore dell’area tecnica dei rossoneri, allontanato assieme al fido Frederic Massara, il cui addio era però basato su tecnicismi diversi, ha aperto una nuova epoca a Milanello.
Il nuovo Ad Giorgio Furlani ha avviato una rivoluzione che ha avuto come primo step la cessione di Sandro Tonali. E la successiva massiccia campagna acquisti che ha poi portato al Milan 10 giocatori nuovi. Meno qualche cessione, tra cui quelle di Ante Rebic, Junior Messias, Ballo-Tourè e Alexis Saelemaekers. Ha sorpreso soprattutto la dipartita di quest’ultimo, un vero jolly su cui spesso Pioli faceva affidamento.
“Dopo l’addio di Maldini ho deciso di andar via”
Passato al Bologna in prestito oneroso – 500mila euro per una stagione – con diritto di riscatto a 12 milioni a favore del club felsineo, il belga è stata una delle sorprese di fine mercato. Vero è che proprio nella batteria dei trequartisti il Milan ha inserito molti volti nuovi, ma la partenza del classe ’99 ha comunque sorpreso tutti.
È stato lo stesso diretto interessato, intervenuto in una conferenza stampa, a spiegare le ‘vere’ motivazioni del suo addio alla maglia rossonera.
“Non era mia intenzione andar via prima che se ne andasse Maldini. Dopo il suo addio ci sono stati un po’ di cambiamenti e io ho preso la decisione di cercare un’altra opportunità in accordo con la società“, ha dichiarato il tuttofare belga.
Le porte di Milanello potrebbero riaprirsi alla fine di questa stagione, a patto che il calciatore torni ad essere quello brillante ammirato nel corso del primo anno e mezzo alla corte di Pioli. E a condizione che ovviamente il Bologna non decida di spendere i 12 milioni necessari per il suo riscatto definitivo.
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